IN NOME DELLA ROSA
C’è qualcuno nel mondo per cui un fiore, una rosa, non è simbolo di amore.
Esiste qualcuno per cui, il gesto che in occidente consideriamo romantico, è solo simbolo di fatica e morte.
Questa storia che sfugge (volutamente) ai media, è la storia dei fiori (in particolare rose) che dall’ Africa arrivano in Europa durante tutto l’anno ed in particolare tra poco, nel giorno di San Valentino.
Forse non tutti sanno esattamente da dove arrivano i fiori che trovate nei negozi, i fiori che ricevete per feste e compleanni, e le rose che portate al naso il giorno di San Valentino o nel giorno del vostro anniversario.
Questo articolo vi spiegherà questa assurda storia del viaggio dei fiori.
Cominciamo col dire che il volume d’affari dei fiori in Europa fattura attualmente più di 50 MILIARDI di EURO.
Ovviamente se c’è qualcuno che guadagna così tanto, altri guadagneranno molto, molto meno.
I principali beneficiari di tutto questo movimento sono le case distributrici e produttrici Olandesi, ne riporto i nomi delle 4 più grandi : Aalsmeer, FloraHolland, Oost Netherland e Vleute.
Infatti il 79 per cento dei fiori che troviamo nei nostri negozi provengono dall’ Olanda, seguono poi Germania e Gran Bretagna.
Queste grandi multinazionali del fiore stabiliscono il prezzo di mercato dei diversi fiori che poi vengono venduti all’ asta.
L’ Italia compra dall’ Olanda, ma l’ Olanda, da chi?
E rieccoci ancora una volta in Africa.
L’ Europa prende dall’ Africa 80,000 tonnellate di fiori, la maggior parte (77%) dal Kenya e poi Zimbawe, Zambia ed Uganda.
Ma è proprio in Kenya che vorrei portarvi per raccontare cosa accade.
L’orrore si concentra in 2000 ettari di serre intorno al lago Naivasha (150 km dalla capitale Nairobi), qui i lavoratori Keniani, quasi tutte donne, lavorano 7 giorni su sette, in condizioni inumane nel calore delle serre.
Le donne subiscono spesso abusi sessuali e, la maggior parte di loro, dopo pochi anni si ammala di tumori della pelle o delle vie respiratorie per la vicinanza ai pesticidi con cui vengono trattati i fiori.
Centinaia sono i casi di ciecità e sterilità dovuti ad “anticrittogamici” ed altre sostanze tossiche.
Gli operai passano, una volta raccolti i fiori, in una stanza dove i fiori vengono selezionati e la temperatura si abbatte a meno della metà, perché i fiori comincino a conservarsi.
Da questo momento in poi, i fiori saranno portati fino in Europa in grandi contenitori refrigerati.
In una delle più grandi serre quella di “Nini”, lavorano 600 dipendenti.
Dopo una grande pressione di qualche anno fa contro le multinazionali qualcosa si è mosso, le grandi aziende sono state costrette ad assumere un codice di condotta, che spesso comunque viene violato.
Un altro recente problema è il prosciugamento del lago Naivasha per la troppa acqua usata nell’irrigazione delle serre.
I lavoratori e le lavoratrici keniani guadagnano MEZZO CENTESIMO DI Euro a rosa circa, 40 euro al mese.
I fiori recisi vengono spediti dall’aeroporto di Nairobi nello stesso giorno, verso l’ Olanda, Gran Bretagna e Germania.
Carichi di fiori dalla capitale Africana partono fino a 7 voli al giorno.
I voli aumentano e le ore di raccolto si intensificano per i periodi di: San Valentino ed udite udite, anche per il nostro festival di San Remo.
Vorrei segnalarvi un libro documentario pubblicato da Terre di Mezzo e scritto da Pietro Raitano e Cristiano Calvi: “Rose e lavoro. Dal Kenya all’ Italia, l’incredibile viaggio dei fiori”I due autori hanno percorso la strada insieme ad i fiori che dal Kenya arriva sotto casa nostra, passando per l’ Olanda.
Cosa possiamo fare noi?
Ovviamente la prima azione sarebbe il boicottaggio.
Se comprate rose e fiori, preferite i produttori locali, posti in cui si è certi della provenienza del fiore.
Fate girare la notizia, chiedetevi se vale davvero la pena alimentare questo assurdo mercato per un fiore che non vive più di due giorni.
E poi, fermatevi, fermatevi quando il giorno di San Valentino, porterete una rosa la naso.
Perché forse il profumo che sentirete, questa volta sarà diverso.
Angelo Calianno
Fonti: The Guardian, Daily Telegraph, Altraeconomia (http://www.altreconomia.it/site/index.php),___##4##___ www.fioriediritti.org.
Esiste qualcuno per cui, il gesto che in occidente consideriamo romantico, è solo simbolo di fatica e morte.
Questa storia che sfugge (volutamente) ai media, è la storia dei fiori (in particolare rose) che dall’ Africa arrivano in Europa durante tutto l’anno ed in particolare tra poco, nel giorno di San Valentino.
Forse non tutti sanno esattamente da dove arrivano i fiori che trovate nei negozi, i fiori che ricevete per feste e compleanni, e le rose che portate al naso il giorno di San Valentino o nel giorno del vostro anniversario.
Questo articolo vi spiegherà questa assurda storia del viaggio dei fiori.
Cominciamo col dire che il volume d’affari dei fiori in Europa fattura attualmente più di 50 MILIARDI di EURO.
Ovviamente se c’è qualcuno che guadagna così tanto, altri guadagneranno molto, molto meno.
I principali beneficiari di tutto questo movimento sono le case distributrici e produttrici Olandesi, ne riporto i nomi delle 4 più grandi : Aalsmeer, FloraHolland, Oost Netherland e Vleute.
Infatti il 79 per cento dei fiori che troviamo nei nostri negozi provengono dall’ Olanda, seguono poi Germania e Gran Bretagna.
Queste grandi multinazionali del fiore stabiliscono il prezzo di mercato dei diversi fiori che poi vengono venduti all’ asta.
L’ Italia compra dall’ Olanda, ma l’ Olanda, da chi?
E rieccoci ancora una volta in Africa.
L’ Europa prende dall’ Africa 80,000 tonnellate di fiori, la maggior parte (77%) dal Kenya e poi Zimbawe, Zambia ed Uganda.
Ma è proprio in Kenya che vorrei portarvi per raccontare cosa accade.
L’orrore si concentra in 2000 ettari di serre intorno al lago Naivasha (150 km dalla capitale Nairobi), qui i lavoratori Keniani, quasi tutte donne, lavorano 7 giorni su sette, in condizioni inumane nel calore delle serre.
Le donne subiscono spesso abusi sessuali e, la maggior parte di loro, dopo pochi anni si ammala di tumori della pelle o delle vie respiratorie per la vicinanza ai pesticidi con cui vengono trattati i fiori.
Centinaia sono i casi di ciecità e sterilità dovuti ad “anticrittogamici” ed altre sostanze tossiche.
Gli operai passano, una volta raccolti i fiori, in una stanza dove i fiori vengono selezionati e la temperatura si abbatte a meno della metà, perché i fiori comincino a conservarsi.
Da questo momento in poi, i fiori saranno portati fino in Europa in grandi contenitori refrigerati.
In una delle più grandi serre quella di “Nini”, lavorano 600 dipendenti.
Dopo una grande pressione di qualche anno fa contro le multinazionali qualcosa si è mosso, le grandi aziende sono state costrette ad assumere un codice di condotta, che spesso comunque viene violato.
Un altro recente problema è il prosciugamento del lago Naivasha per la troppa acqua usata nell’irrigazione delle serre.
I lavoratori e le lavoratrici keniani guadagnano MEZZO CENTESIMO DI Euro a rosa circa, 40 euro al mese.
I fiori recisi vengono spediti dall’aeroporto di Nairobi nello stesso giorno, verso l’ Olanda, Gran Bretagna e Germania.
Carichi di fiori dalla capitale Africana partono fino a 7 voli al giorno.
I voli aumentano e le ore di raccolto si intensificano per i periodi di: San Valentino ed udite udite, anche per il nostro festival di San Remo.
Vorrei segnalarvi un libro documentario pubblicato da Terre di Mezzo e scritto da Pietro Raitano e Cristiano Calvi: “Rose e lavoro. Dal Kenya all’ Italia, l’incredibile viaggio dei fiori”I due autori hanno percorso la strada insieme ad i fiori che dal Kenya arriva sotto casa nostra, passando per l’ Olanda.
Cosa possiamo fare noi?
Ovviamente la prima azione sarebbe il boicottaggio.
Se comprate rose e fiori, preferite i produttori locali, posti in cui si è certi della provenienza del fiore.
Fate girare la notizia, chiedetevi se vale davvero la pena alimentare questo assurdo mercato per un fiore che non vive più di due giorni.
E poi, fermatevi, fermatevi quando il giorno di San Valentino, porterete una rosa la naso.
Perché forse il profumo che sentirete, questa volta sarà diverso.
Angelo Calianno
Fonti: The Guardian, Daily Telegraph, Altraeconomia (http://www.altreconomia.it/site/index.php),___##4##___ www.fioriediritti.org.