All’inizio non avrei voluto scrivere nulla a riguardo, non mi piace fare la retorica su facebook, (non mi piace farla in ogni caso), e poi, a cosa servirà? Ma, sotto suggerimento di un’amica, forse è il caso che io scriva qualcosa a proposito, quanto meno per dare un paio di informazioni in più a riguardo. E’ passato poco più di un anno da quando Silvia Romano è scomparsa, rapita in Kenya. Nessuna notizia chiara, nessun segno (almeno che noi sappiamo) di richiesta di riscatto, ma non solo. Nell’ ultimo anno, il tumultuoso governo, “e mezzo”, italiano, si è prodigato nelle solite promesse, nelle solite battaglie senza nessun senso, (crocefissi, presepi, colore delle strisce pedonali, Leonardo Da Vinci era Italiano? ), ma… Silvia? Negli ultimi mesi gli inquirenti hanno dichiarato che Silvia è viva, che si trova nelle mani di un gruppo islamico in Somalia (Al-Shabab?), ma poi, controllando meglio la notizia, la sua fonte è: “Il Giornale”. Uno dei peggiori, se non il peggiore, quotidiano italiano, anche noto per montare fake news ad arte. La fonte del Giornale sarebbe un funzionario anonimo dei servizi segreti, che ha parlato proprio con il Giornale, questa cosa mi riesce davvero difficile da credere. La verità è che Silvia è sparita dai discorsi, nessun partito politico, nemmeno il Papa, hanno parlato di questa ragazza, nella maniera in cui andrebbe fatta, nell’ ultimo anno. Un caso che ogni giorno dovrebbe tappezzare le edicole, i social (invece delle foto su quando faremo l’albero di Natale o chiedere quanto manca alla prossima estate). Il motivo è, molto probabilmente, perché la sparizione di Silvia è un fatto molto serio e complesso, che dovrebbe essere risolto (o quanto meno provarci) da gente capace, che non parla a vanvera. Ovviamente questo, non è il caso della nostra classe politica, che trova più facile distrarre l’opinione pubblica con inutili battaglie, che affrontare i problemi veri. Allora cosa si fa? Come al solito, le possibilità sarebbero tante, cominciamo dalla pressione politica e mediatica. L’ Italia potrebbe premere sulle autorità locali, minacciando di bloccare il turismo in Kenya e le sue attività economiche lì, ad esempio. Gli operatori italiani, mandano clienti in Kenya, in più di 200 resort, abbiamo in Kenya aziende Italiane, progetti di cooperazione, progetti medici. Ma come al solito, non importa, non importa perché siamo incapaci, perché ci pieghiamo sempre di fronte ai soldi, perché:” non ne vale la pena”. E così in Kenya ci andiamo a fare i reality, dopo aver sradicato i Masai dalla loro vera cultura, trasformandoli in legionari da selfie davanti al Colosseo. E se vi dicessi che molte della agenzie turistiche locali, in Kenya, pagano la tangente ad Al-Shabab per fare i Safari e non essere attaccati? Certo, di questo non si parla… Sapevate che l’Europa, in particolare Olanda e Gran Bretagna, comprano ogni anno circa 700 mila tonnellate (ripeto, 700 mila tonnellate) di fiori, in particolare rose, dal Kenya? Sapevate che la maggior parte di questi fiori vengono venduti in Italia? A San Remo, durante il festival e per San valentino. Sapevate che, oltre lo sfruttamento dei lavoratori, anche queste aziende locali di fiori, pagano a loro tangente ad Al-Shabab? Insomma, a me sembra che il nostro peso economico nel Paese sia abbastanza per far muovere le acque. Se cominciassimo a boicottare e far boicottare il Kenya, fin quando non avremo risposte chiare? Ma preferiamo non vedere, non parlare. Abbiamo paura degli attentati terroristici in Medioriente, però in Qatar (uno dei principali fornitori delle armi all’ ISIS) ci andiamo a fare il gran premio di Formula Uno, e ci mandiamo il, per fortuna Ex, ministro dell’Interno. Condanniamo il modo di trattare le donne negli Stati Islamici, però andiamo in vacanza a Dubai e ospitiamo uno dei principi Sauditi a Matera. E allora? Non sarà anche un po' colpa nostra? Della nostra pigrizia e Incoerenza? Allora cosa si può fare? Prendere una posizione chiara, non essere più la Nazione dove: “puoi fare quello che vuoi, a cui fare quello che vuoi, tanto sono italiani”. E noi? Forse cominciare a rompere le scatole seriamente, le proteste, la gente in piazza, sono cose che danno speranza, ma senza un’azione quotidiana e continua. Parliamo di Silvia, parliamone sempre e se comprate un fiore, chiedetene la provenienza, se viene dal Kenya, lasciatelo lì, specificando il perché lo fate, che lo sappiano le aziende, che lo sappiano le multinazionali, e magari quel fiore, conservatelo nella mente, per Silvia. Amnesty ha lanciato una campagna per la liberazione di Silvia Romano, per fare pressione sulle autorità locali, senza supporto, Amnesty può fare poco, uniamoci, almeno una volta qui: https://www.amnesty.it/liberiamo-silvia-romano/ Il Premio Nobel per la pace, Desmond Tutu scrisse: L’Europa divenne ricca perché sfruttò l’Africa; e gli africani lo sanno.
1 Comment
10/31/2022 09:24:34 am
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