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STRAGE A KARADA, Il circolo dell' odio.

7/3/2016

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Karada è una zona del centro di Baghdad, è sempre stata una zona abbastanza normale e tranquilla, se negli ultimi anni della capitale irachena di tranquillità si può parlare, è un’area piena di caffè, bazar e negozi.
 
Quello che molta gente ignora è che, nonostante guerre e conflitti, le persone continuano a uscire, andare al cinema, a mangiare fuori, a raccogliersi tutti attorno ad uno schermo per guardare una partita come ieri sera, anche a Baghdad si guardava la partita Germania - Italia, la differenza è che in questi luoghi qualcuno o qualcosa ti fa ricordare dove sei e cosa accade e ti fa dimenticare i pochi momenti di pace.
 
Il periodo del Ramadan nei paesi musulmani è sempre molto delicato, si è sempre un po’ più tesi durante il giorno e con poche forze, le ore poi che precedono l’alba, quelle di festa e raduno, sono i momenti più pericolosi perché tanta gente insieme nello stesso luogo rappresenta un facile bersaglio. Questo è successo tra la notte di ieri, sabato, e stamane, domenica.
Attorno a mezzanotte i centri commerciali erano pieni di famiglie, bambini che giocavano, persone che cercavano un po’ di refrigerio dai condizionatori d’aria e che guardavano una partita di calcio, qui un kamikaze dell’Isis si è fatto saltare in aria mentre guidava un camion frigorifero pieno di esplosivo, è scoppiato l’inferno.
 
L’attentato è una risposta alla presa di Falluja, città riconquistata dall’esercito iracheno poco tempo fa, i sunniti dell’ISIS, vendette e rappresaglie a parte, da tempo compiono attentati contro i quartieri iracheni a maggioranza sciita.
Le stragi non fanno distinzione di religione, credo, età, a ora i morti sono 126, venticinque di loro erano bambini usciti con i loro genitori per festeggiare la fine del digiuno giornaliero, stamattina, al centro di Karada, al posto della gente che passeggia e guarda i negozi c’è un enorme cratere fumante lasciato dall’esplosione, è pieno di donne e uomini che piangono e urlano.
 
Per alcuni è solo una notizia su un giornale, un’ansa che si mischia con quelle di una partita, una notizia di 30 secondi in una radio che si confonde con il rumore delle onde per chi è andato al mare, un post su facebook tra milioni di selfie, per questa gente invece, per queste madri, per questi padri, fratelli, figli, da oggi le notizie non hanno più importanza, l’unica cosa che vedono è un buco nell’asfalto dove prima c’erano i propri cari.
 
Io non credo nella pace da un giorno all’altro, non credo che il mondo si cambi in pochi mesi o con qualche trattato, ho visto e scritto di troppi scenari tragici per poter ancora credere in quest’ illusione.
 Ho sempre creduto nell’evoluzione dell’animo umano che ahimè, è maledettamente lenta, lentissima, ci vorranno secoli forse per non sentire più quelle urla strazianti di genitore cui è stato ucciso un figlio, ma nella piccolissima storia umana, l’importante sarà conquistare quel giorno.
 
Non è oggi quel giorno, guardateci, la gente litiga per una partita, i presidenti litigano per uscire dentro o fuori da un’unione piena di persone che non hanno mai sopportato. La nostra quotidianità ci intristisce, ci fa vivere con un malumore addosso tanto pesante da prendercela con il primo che incontriamo, sfuriamo la nostra rabbia contro qualcuno che a sua volta lo farà con qualcun altro, in un circolo vizioso di odio.
Chissà se oggi raccontassimo i nostri malumori alla gente che ora sta piangendo a Karada, cosa ci risponderebbero.
 
L’ex presidente italiano Sandro Pertini una volta scrisse:
“Se i popoli della terra, coralmente, potessero esprimersi, al di sopra di ogni differenza ideologica, politica, di ogni razza, al di sopra di ogni credo, e di ogni differenza di credo religioso, tutti i popoli della terra si pronuncerebbero per la pace contro la guerra”.
 
 
 

Testo:Angelo Calianno
Foto: Al Jazeera
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
1 Comment
Christopher Lane link
11/12/2022 08:31:00 pm

Standard another sport cultural single none ahead exactly.
Itself go society another low hear season. Remain business apply anything reason.

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