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SAY HELLO TO HEAVEN CHRIS...

5/18/2017

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Nella vita di ogni musicista o appassionato di musica c’è sempre un momento particolare che ha segnato il suo gusto, il suo modo di suonare, ascoltare e per qualche anno, anche di vivere.

L’ impronta si forma ad una certa età, spesso durante l’ adolescenza, quando cominci a prendere coscienza del mondo, dei tuoi gusti, di quello che ami o odi, in quel tormentato momento a volte spunta fuori qualcuno che canta e suona esattamente quello che avevi bisogno di ascoltare.

Io sono stato adolescente negli anni ’90, tra i miei 14 e i 18 anni, tra il 1994 e il 1998, la musica cambiò e tanto, e non è solo una frase fatta, le cose cambiarono davvero, avere quell’età in quegli anni è stato qualcosa di unico.

Venivamo fuori da un periodo, gli anni ’80, fatto di tastiere a tracolla e trucchi esagerati, quasi tutti cantavano in playback, i live in tv erano più delle esibizioni senza né capo né coda, le rockstar esibivano acconciature a cui servivano intere bombolette di lacca per stare su.
Si usava la batteria elettronica e suoni elettronici per costruire un pezzo anche se non sapevi suonare, pochi gruppi si salvarono da quel tormentato decennio, anche i testi non avevano quasi più significato, dopo aver toccato il fondo, arrivarono loro, quelli del grunge di Seattle.


Improvvisamente qualcuno aveva dato voce ad alcuni tormenti rimasti ingabbiati per anni nei giovani di allora, il disadattamento, il non volersi conformare ai canoni che il mondo di quegli anni ci chiedeva.
E poi qualcuno aveva anche ricominciato a suonare davvero, suonando gli strumenti nudi e crudi così com’erano; un’ altra novità cambiò il mondo della musica: arrivò MTV, e per la prima volta, anche se minorenni, potevamo vedere dei concerti rock, anche se in tv.
Rimanevamo svegli la notte per registrare gli Unplugged su cassettone VHS, rimanevamo svegli per fermare il rumorosissimo video registratore in modo da togliere le pubblicità, così da avere il concerto perfetto senza pause.


Non sono mai stato, nemmeno allora, un grande fan dei Nirvana, troppo di moda, troppe ragazzine sbavavano dietro le parole di Cobain, e io che con le mode ci ho sempre fatto a botte, venni catturato da suoni che all’ inizio ai più sembravano troppo aspri, quelli dei Soundgarden, ancora prima dei Mother Love Bone e in seguito degli Alice in Chains e Pearl Jam.

Cominciammo anche noi 16enni a vestirci con spesse camice di flanella a quadri e anfibi, cominciammo a suonare i primi accordi di Black Hole Sun.
In quegli anni il grunge aveva delle voci ben distinte, e quasi tutti i progetti musicali di quegli anni a Seattle ruotavano attorno ad un timbro unico, quello di Chris Cornell.
Pochi  rocker prima di lui avevano raggiunto la sua estensione vocale, Robert Plant e a tratti Roger Daltrey, ma Cornell andava oltre, era anche un bravissimo compositore e un gran conoscitore di musica, ti faceva vibrare lo stomaco quando cantava sulle ottave basse e ti prendeva a schiaffi con le ottave alte.

Quando sono scomparsi Reed, Bowie, Lenny, Prince, il vuoto culturale e musicale è stato sicuramente immenso, ma non ho scritto nulla in quel caso, nessun pensiero, tanto, ce ne sarebbero stati a milioni.

Ma per Chris Cornell non sono riuscito a trattenermi, lui con i Soundgarden come Vedder con i Pearl Jam, hanno accompagnato i momenti più importanti di qualsiasi cambiamento io possa aver avuto, e ancora oggi la sua voce mi ricorda tutto quel percorso.


Il repertorio di Cornell è enorme, e io invito tutti a scoprirlo, c’ è una canzone in particolare che lui scrisse per i Temple of the Dog, questo gruppo si formò nel 1990  per fare omaggio a Andrew Wood (altro personaggio incredibile, morto giovanissimo, the Man of Golden Words, l’uomo dalle parole dorate, pioniere anche lui del grunge), cantante dei Mother Love Bone.   Cornell dedicò a Wood una meravigliosa canzone, che tristemente oggi si adatterebbe perfettamente anche alla sua dipartita: Say Hello to Heaven.
 
Say hello to heaven Chris…



SAY HELLO TO HEAVEN

Please, mother mercy
Take me from this place
And the long-winded curses
I hear in my head

The words never listen
And teachers, oh they never learn
My warmth from the candle
Though I feel too cold to burn

He came from an island
Then he died from the street
And he hurt so bad like a soul breakin'
But he never said nothin' to me, yeah

A'say hello to heaven, heaven, heaven
Say hello to heaven, heaven, heaven, yeah

New like a baby, lost like a prayer
The sky was your playground
But the cold girl was your bed

Ooh, I said, poor Stargazer
She's got no tears in her eyes
But fool like a whisper
She knows that love heals all wounds with time

Now it seem like too much love
Is never enough, yeah, you better seek out
Another road 'cause this one has ended abrupt, oh

A'say hello to heaven, heaven, heaven
Say hello to heaven, heaven, heaven, yeah

I, I never wanted
To write these words down for you
With the pages of phrases
Of things we'll never do

Hey, so I blow out, out the candle and I put you to bed
Since you can't say to me now
How the dog broke your bone
There's just one thing left to be said
A'say hello to heaven, heaven, heaven
Say hello to heaven, heaven, heaven, yeah…


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