SENZA CODICE
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HARAR, 9 novembre 2013

11/9/2013

3 Comments

 
A tutti i viaggiatori e le viaggiatrici,

come promesso provo a tenere una sorta di diario di viaggio sul sito Senzacodice.com,
non posso ancora postare fotografie perche' come facilmente immaginerete ho qualche difficolta'  di connessione ad internet (nonche'  una seria  mancanza di accenti nelle tastiere africane, perdonatemi se trovere quindi apostrofi sostitutivi).


Scrivo da Harar cittadina nell' est dell' Etiopia in direzione del Somaliland che un passo alla volta mi appresto a raggiungere.

Harar  e'  una citta'  unica nel suo genere, un' aria mediorientale nell' architettura ma composta da diverse razze africane: Etiopi, Somali, nomadi dal sud.

Ieri sera qui abbiamo assistito ad uno spettacolo unico, Iene che scendono dalle montagne per sfamarsi in citta', da circa 50 anni gli Harari ogni sera si appostano alle 19,00 urlando e chiamando a gran voce le iene.
Arrivate tutte in fila una alla volta si avvicinano per prendere una striscia di carne, l' ho fatto anche io e vi posso assicurare che nemmeno il cane piu' addestrato e'  talmente mite e delicato nel mangiare.

Ho intervistato Edom, uno degli uomini che  ogni sera da'  da mangiare a queste iene:

"lo faceva gia' mio nonno, ed anche suo nonno prima di lui, ora questo rito e'  diventato un' attrazione turistica, infatti ci facciamo dare un contributo per andare dal macellaio  e comprare un po' di carne, io ormai  faccio questo di lavoro."


C' e' mai stato qualcuno morso da una iena? O qualche situazione di pericolo?


"Da che ne ho memoria mai, ho sentito di un uomo morso 3 anni fa, ma non l'ho mai visto con i miei occhi, in quel caso forse la iena era stata provocata, sfamiamo ogni sera le iene cosi'  che non vengano a cercare cibo in citta', ora ci conoscono e per questo aspettano pazienti il loro turno"

Edom mi invita a provare e cosi'  avvolgo una striscia di manzo attorno ad un bastoncino ed una iena, una delle 8 in fila, si avvicina per prendere la carne delicatamente, l' uomo poi si mette il bastoncino di legno in bocca con la striscia di manzo penzolante ed in una sorta di bacio sfama una delle sue iene preferite.


Presto, appena ne avro'  la possibilita', postero'  il video di questi strambi animali.


Lasciate le strade principali e spostandomi tra i 368 vicoli di Harar trovo pero'  la fame e la poverta'  piu' nera, portata sempre con orgoglio e sorriso.
I bianchi o i faranji (stranieri) vengono spesso inseguiti dai bambini per le strade per raccattare qualche soldo, escluse le case tradizionali degli Harari, ormai adibite a musei per gruppi di turisti di passaggio, le case con i tetti di lamiera riflettono la situazione della maggior parte della gente, all' interno non si trova nulla, un sacco da caffe' che contiene dei vestiti di tutta la famiglia, pavimento in terra battuta, delle stuioie come letto e qualche bacinella per lavarsi e per mangiare.


Come spesso accade pero' tutto questo viene ignorato dalla maggior parte dei viaggiatori interessati a qualche scatto fugace, gli anziani guardano con tristezza i ragazzini che chiedono soldi per strada, l' orgoglio di questa gente che ha tenuto una resistenza memorabile contro ogni tipo di colonizzatore straniero si scontra fortemente con la nuova moda di procacciare denaro dei piu' giovani, pratica che sta ai viaggiatori scoraggiare rispondendo con cortesia ma senza mai abbandonarsi a gesti di carita' troppo facili in cambio di qualche fotografia.


Come mi ha detto un anziano ad Addis Abeba: " l' aiuto di cui questi paesi hanno bisogno  e' quello di imparare a non aver bisogno di aiuto."


Domani mi spostero' verso Jijiga, da dove in qualche modo provero' ad entrare in Somaliland.


Al prossimo contatto, da ovunque voi leggiate.


Angelo Calianno
3 Comments
annalisa
11/8/2013 11:55:44 pm

Caro Angelo, che bello il tuo diario..
mentre raccontavi dei giovani che chiedono denaro mi ricordavo di Soweto, dei bimbi che ti rincorrevano e "ti sbranavano" se non li fermavi, delle case visitate in cambio di soldi. Non so, angioletto, se è giusto o sbagliato dare dei soldi..a me in alcuni casi, davanti alle persone che ti mostravano la loro miseria piu assoluta, rispondere con il denaro mi sembrava l'atto piu' dignitoso possibile.non risolve niente, chiaramente, ma nel semplice incontro con l'altro mi sembrava la restituzione migliore o forse placava solo il mio senso di colpa..aspetto le puntate successive..stai attento a te

Reply
Sì Ma
11/12/2013 11:34:57 pm

è interessante come il "problema" delle iene in cerca di cibo in città sia stato abbracciato e trasformato in opportunità, anzichè sradicato con la forza.

grazie per l'aggiornamento!

Reply
silvano link
2/22/2014 09:52:48 pm

grazie, bellissimo racconto

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